Cambio automatico o sequenziale? Scopriamo le differenze

Automatix - Cambio automatico o sequenziale

Cosa si nasconde dietro i carter dei cambi?

Quanti di noi hanno un amico che ha fatto quell’esperienza sulle macchine da corsa ed ora è sempre pronto a dire: “Eh ma perché tu non hai mai provato il cambio sequenziale! Dovresti vedere com’è bello guidare così”. Voi giustamente gli domanderete in cosa consiste questa differenza, ma vi diamo una bella notizia: da oggi non dovrete più chiedere nulla.

Oggi, noi di Automatix Cambi vi spiegheremo cosa si cela dietro il carter del cambio: andremo a vedere quella parte un po’ più tecnica che solitamente non è possibile conoscere se non, appunto, andando a smontare tutte le componenti di un’autovettura.

Cambio automatico: quanti sono e come funzionano

Il cambio è uno degli elementi che possiamo definire fondamentali per un’automobile, perché permette di adattare i giri motore e la coppia del motore alle diverse condizioni di guida. Nel caso specifico del cambio automatico è la trasmissione che si occupa di cambiare le marce, in modo del tutto autonomo, non occorre che il conducente intervenga. L’unica cosa che chi guida deve fare è accelerare e frenare, nel mentre sarà la trasmissione ad occuparsi di trovare il rapporto adatto in base alla velocità, al carico, alla pendenza della strada e ad altri fattori.

Ma andiamo più in profondità. Di cambi automatici ce ne sono diverse tipologie: il cambio robotizzato, quello epicicloidale e quello a doppia frizione.

Cambio automatico robotizzato

Si tratta del modello più simile al cambio manuale, la struttura è praticamente la stessa: sono presenti due alberi, ci sono gli ingranaggi e tutto il resto, ma quello che cambia è che gli innesti delle marce, oltre al controllo della frizione, vengono svolti da attuatori comandati da una centralina. È proprio questa centralina l’elemento discriminante: in base alla velocità è in grado di decidere quale marcia ingranare.

Cambio automatico epicicloidale

È forse la tipologia di cambio più comune, quello che normalmente viene anche chiamato “cambio con convertitore di coppia”. Questa tipologia di cambio utilizza un gruppo di sistemi epicicloidali (formato da rotismi epicicloidali) in serie che consentono di cambiare marcia nel momento in cui vengono utilizzati i freni e acceleratore.

Le componenti che lo compongono sono 3:

  1. Convertitore di coppia
  2. Sistema epicicloidale
  3. Attuatore

Quello che realmente accade quando accendiamo la macchina è che il convertitore di coppia (detto anche volgarmente “frizione dei cambi automatici”) disconnette in automatico il motore dal cambio quando il veicolo è fermo a motore acceso; nel momento in cui si parte, quindi si schiaccia l’acceleratore, motore e cambio tornano in contatto e l’auto comincia ad andare.

Ma come si passa da una marcia all’altra? Prendiamo la lente d’ingrandimento e andiamo a scoprire il meccanismo del sistema epicicloidale.

Come potete vedere dal video, i rotismi epicicloidali sono formati da 2 input e 1 output: quando variamo la velocità di entrata, cambia anche la velocità di uscita.

Aggiungendo un secondo set di rotismi possiamo vedere come il planetario portasatelliti del 2° set sia collegato alla corona dentata del 1° set, ed è questo che provoca una trasmissione automatica.

Due pacchi frizione sono poi posti sulle corone del meccanismo: questi compiendo un movimento di compressione, arrestano la corona del 1° input ma non il pignone solare del 2° input, che continuerà a girare. Questa è sostanzialmente come viene ingranata la prima marcia. Proseguendo con la compressione dei pacchi frizione dei seguenti set sarà possibile inserire le diverse marce.

Cambio automatico a doppia frizione

Il cambio automatico a doppia frizione è strutturalmente simile al cambio manuale, ma quello che lo differenzia è il fatto che gli ingranaggi siano montati su due diversi alberi coassiali: il primo è per le marce pari, il secondo per quelle dispari.

Gli alberi sono collegati a 2 frizioni: quando la 1° marcia viene ingranata, il manicotto e il sincronizzatore della 2° marcia vengono già ingranati, così nel momento in cui si va a fare cambio non c’è si perde di rapidità.

Cambio sequenziale: cos’è e come funziona

Il cambio sequenziale è noto per essere il cambio delle auto sportive e delle moto: ha una trasmissione che permette al conducente di cambiare le marce in modo manuale, ma seguendo una sequenza prestabilita. L’automobilista dovrà infatti spostare la leva del cambio solo in avanti o indietro, o usare dei paddle dietro al volante, per salire o scendere di marcia. Il cambio sequenziale può essere di due tipi, a seconda del meccanismo che aziona le marce:

  • Cambio sequenziale meccanico: utilizza un sistema di ingranaggi e sincronizzatori che innestano le marce in modo diretto e preciso.
  • Cambio sequenziale elettronico: utilizza un sistema di attuatori elettrici o idraulici che innestano le marce in modo automatico, ma seguendo la volontà del conducente.

Quello che caratterizza questa tipologia di cambio è il fatto che gli ingranaggi abbiamo i denti dritti e non inclinati come nei cambi manuali. Inoltre, al posto dei sincronizzatori, ci sono dei denti conici che consentono l’innesto immediato. Durante il cambio non si deve lasciare l’acceleratore e non è presente la frizione.

In alcuni casi è possibile avere dei microswitch: questi, quando presenti, nel momento in cui si va a cambiare la marcia, toglie per qualche istante la corrente al motore, consentendo lo spostamento dell’ingranaggio.

Cosa cambia nella guida?

Sicuramente ci sono pro e contro per ogni tipologia di cambio, qui ve ne diamo alcuni per farvi avere una panoramica generale

Il cambio automatico è apprezzato da molti proprio per il fatto che non richiede di “distrarsi” nel cambio marcia, consentendo quindi una guida più sicura non dovendo staccare le mani dal volante. La guida è tendenzialmente più fluida e confortevole, e tendenzialmente i consumi sono inferiori rispetto ad un cambio manuale. Un contro potrebbe essere invece il prezzo: se paragonato ad un manuale sicuramente ha un costo maggiore.

Il cambio sequenziale invece offre una guida più sportiva e reattiva, sicuramente più coinvolgente per chi ama sentire un po’ il brivido della corsa. Allo stesso tempo, questa tipologia di cambio richiede una certa abilità e attenzione da parte del conducente.

Ora che avete capito le sostanziali differenze, siete curiosi di provarli per vedere come si guidano? Allora venite a trovarci e fai un test drive.

Automatix srl - Via di cerigiole,27, 59100 Prato PO - P.IVA: | Termini e Condizioni | Cookie Policy | Privacy Policy | Powered by SWI